Bergamo - Si era appropriato dell’importo di 442 assicurate relative al servizio di accettazione delle istanze di rilascio e di rinnovo dei permessi di soggiorno per immigrati: 30 euro per ogni documento, per un totale di 13mila euro. Per questo un addetto di Poste Italiane Spa di Bergamo, G.M., 55 anni, originario di Squinziano (Lecce) ma residente in città, nel quartiere della Celadina, ha patteggiato davanti al gup Raffaella Mascarino una condanna a 1 anno di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, per peculato (era un dipendente pubblico).
L’uomo, difeso dall’avvocato Mauro Angarano, ha beneficiato delle attenuanti grazie al fatto che era incensurato e che ha provveduto a risarcire Poste Italiane con 7mila euro (il resto della cifra è stata raggiunta trattenendogli la liquidazione). Il 55enne, che ha chiesto scusa a Poste Italiane per la fiducia tradita, ha sempre ammesso gli addebiti, specificando di aver agito da solo ed escludendo la responsabilità di altri colleghi e dei direttori delle due succursali dove era impiegato. A scoprire le manovre fraudolente dell’impiegato, avvenute il 22 e il 23 febbraio del 2010 nella succursale 2 di Poste Italiane e da marzo a settembre dello stesso anno nella succursale 15, era stata un’indagine interna della contabilità. Secondo le accuse, G.M., che era addetto allo sportello “Amico” , ometteva la registrazione delle assicurate nel cosiddetto giornale di fondo, il documento contabile cartaceo in cui vengono inserite le operazioni. Il documento veniva inviato regolarmente al destinatario, mentre l’importo, invece, non appariva nella contabilità delle Poste.
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