venerdì 31 maggio 2013

Scatta il taglio degli uffici postali Si va verso un'estate di disagi

La Spezia - Sono 17 gli uffici postali di tutta la provincia a rischio chiusura nel periodo estivo per consentire lo smaltimento delle ferie al personale. Una serrata per un massimo di due settimane che non mancherà di mettere a disagio il servizi e costringere i cittadini a lunghi spostamenti per raggiungere lo sportello più vicino. Un problema che riguarderà soprattutto le località dell’entroterra.
Il piano delle Poste è finito nel mirino dell’Anci Liguria. L’associazione dei Comuni, in una recentissima riunione, ha strappato dall’azienda l’impegno a valutare ogni singolo caso, in attesa che la proposta avanzata da Poste Italiane venga vagliata dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazione. Ma il tempo stringe. Il piano ha una validità temporale che va dal 15 giugno al 15 settembre.
Le Poste hanno promesso all’Anci di portare al tavolo della discussione i provvedimenti inerenti la chiusura estiva degli uffici postali della Liguria. Se ne saprà di più nelle prossime ore. Una questione, i cui sviluppi nel frattempo, sono monitorati anche dalle amministrazioni dei Comuni interessati. Ma non è la sola grana sullo sfondo dei servizi postali. Anci ha messo sotto la lente di ingrandimento anche il piano prossimo venturo di riassetto con la chiusura definitiva di sportelli nella provincia spezzina.
L’associazione dei Comuni ha chiesto all’azienda di portare allo scoperto il progetto con tanto di «tagli chirurgici». Nel recente incontro, tenuto a Genova, i rappresentanti di Poste Italiane hanno fatto sapere di non avere ad oggi elementi certi, che dovranno essere concordati in sede nazionale. Qualcosa si sta muovendo. Anci, presente al vertice con Pierluigi Vinai, ha subito obiettato che anche il più piccolo Comune del territorio abbia almeno uno sportello postale attivo e, per tutti i Comuni, un numero di sportelli proporzionale alla vastità del territorio.
La notizia di un piano lacrime e sangue è stata una sorta di doccia fredda per il sindacato. «Qualora si dovessero prospettare tagli di sportelli sulla provincia spezzina, la proposta ci troverebbe assolutamente contrari», annuncia Luigi Arese dei postelegrafonici Cisl.
E aggiunge: «Già abbiamo ridotto e razionalizzato con sacrifici. L’offerta di Poste sul territorio non deve andare in carenza. Faccio un esempio. E’ stato tagliato l’ufficio del Muggiano, ma la clientela ha vicinissimo lo sportello di San Bartolomeo. Il servizio non ne ha risentito. Ora basta. Siamo pronti alle barricate per opporsi ad un’eventuale colpo di scure agli sportelli».
Chiusure definitive, aperture a singhiozzo, riassetto degli sportelli? Alla riunione con le Poste a Genova era presente Marzio Favini, sindaco di Castelnuovo, in qualità di presidente del Consiglio delle Autonomie locali della Liguria. «I responsabili dell’azienda — ha osservato Favini — saranno più chiari nel corso del prossimo vertice, portando dati sul funzionamento degli uffici, l’affluenza della clientela, il numero delle pratiche. E’ lì che sapremo di più rispetto alla riorganizzazione e alle eventuali ipotesi di chiusura».
Favini parla del caso del suo Comune, Castelnuovo, allargando il tiro a tante amministrazioni locali liguri: «Ho manifestato netta contrarietà alla serrata dell’ufficio del centro storico di Castelnuovo. E così farò per gli altri centri che finissero nel mirino. Sarebbe un disagio enorme per tante persone, soprattutto per gli anziani. Aggiungo la disponibilità a discutere con Poste la proposta di prevedere negli uffici anche servizi integrativi. Mi vengono in mente le prenotazioni sanitarie piuttosto che le certificazioni anagrafiche. I costi a carico del cittadino sarebbero inferiori alle spese per raggiungere ad esempio i centri di prenotazione dell’Asl».

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