sabato 3 novembre 2018

Poste Italiane e buoni dimezzati: la condanna del Tribunale di Lecce

Poste Italiane e buoni dimezzati: la condanna del Tribunale di Lecce
 
Ennesima batosta per le Poste Italiane che arriva direttamente dal Tribunale di Lecce. La vicenda ha origine da un negato rimborso dei buoni fruttiferi.
 
Il caso

Per la società delle Poste Italiane arriva un’altra batosta direttamente dal Tribunale di Lecce. La società, infatti, è stata condannata a pagare l’intero importo previsto per il rimborso di buoni fruttiferi postali richiesto dal sottoscrittore.

Il risparmiatore in questione, infatti, è ricorso al Tribunale dopo aver subito un rifiuto da parte delle Poste alla sua richiesta di rimborso. In vista della scadenza prevista dei buoni, il sottoscrittore e la madre novantenne si sono recati allo sportello di Poste Italiane. Qui hanno richiesto il pagamento dell’importo che dovrebbe essere liquidato alla scadenza.

L’importo risultava essere pari alla cifra di 61.277,84 euro. Il direttore dell’ufficio, però, come spesso sta accadendo, si è rifiutato di versare al cliente la somma intera, mostrandosi disponibile a poter liquidare soltanto la metà. Il direttore si è giustificato tirando in ballo l’ormai famosissimo decreto ministeriale 148 del 1986, noto come Gava-Goria, secondo cui gli importi dei buoni fruttiferi postali emessi dal 1974 in poi risultano dimezzati.

Come si scriveva in un recente articolo, questo decreto ha scosso molto italiani e ha fatto sì che la loro ira si scatenasse contro la società di gestione del servizio postale. Maggior parte di loro, infatti, non è rimasto impassibile a ciò ed è ricorso a vie legali.

Buoni dimezzati, Poste condannate

Il giudice del Tribunale di Lecce ha fortunatamente ritenuto fondate le motivazioni che i due risparmiatori, assistiti dall’avvocato Donato Maruccia, hanno dichiarato. Così le Poste Italiane sono state condannate a pagare l’intero importo di ben 61.277,84 euro e, inoltre, anche gli interessi, onorari e spese di procedura, a fronte dell’investimento in lire, versate al tempo per la sottoscrizione dei buoni.

Le due delle tante povere vittime di questa continua presa in giro hanno, finalmente, avuto giustizia. Mancano, però, tante altre persone, risparmiatori che, con tanti anni di sacrifici, hanno messo su un fondo per se stessi, per le loro famiglie, per la vecchiaia e si ritrovano oggi a poter godere soltanto della metà delle somme a cui hanno diritto. Proprio per questo consigliamo ai nostri lettori di farsi giustizia nel caso in cui si ritrovassero ad affrontare una situazione del genere e, soprattutto, non perdere tempo e verificare la scadenza dei propri buoni. Infatti, una volta scaduti, i buoni fruttiferi postali possono andare in prescrizione e il sottoscrittore potrebbe perdere il diritto al rimborso.

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